L'edificio occupa 78,20m² nel villaggio noto come Favelinha (Favela Aglomerado da Serra, Belo Horizonte) ed è costruito su tre livelli, arrivando a 194,73m² di superficie coperta. La costruzione è iniziata nel 1995, ma non è mai stata completata fino al 2017, quando è stato fondato il progetto/collettivo LEVANTE Favelinha.
L'intervento architettonico è stato realizzato nell'arco di circa 3 anni in un processo collettivo che ha coinvolto la comunità di Lá da Favelinha, i professionisti e gli studenti di LEVANTE, i designer, le sarte, gli ingegneri, i muratori, i domestici, i fabbri e i pittori dell'Aglomerado da Serra. Il lavoro di LEVANTE è volontario e il 100% dei fondi raccolti tramite il kit virtuale è stato destinato all'esecuzione dei lavori.
L'edificio si sviluppa su tre livelli, anche se prima della ristrutturazione solo due di essi erano in uso. All'epoca, la terrazza era ancora incompiuta e fungeva da deposito di materiali, in attesa del completamento dei lavori. In quel momento emerge l'idea di LEVANTE Favelinha, un gruppo di architetti, studenti e ingegneri, guidati da Fernando Maculan e Joana Magalhães, il cui obiettivo era quello di elaborare progetti, trovare sostenitori e fornitori per partecipare alla ristrutturazione.
Alcune delle modifiche architettoniche sono state apportate per organizzare meglio gli spazi vuoti (piano terra e terrazza) e quelli più compartimentati, con usi specifici (secondo piano). Il progetto favorisce inoltre l'illuminazione naturale e la circolazione dell'aria in tutti gli spazi, adottando elementi cavi e sfruttando le aperture esistenti rivolte verso l'intercapedine tra le due pareti nella parte posteriore dell'edificio, dove si può trovare una sorprendente luce indiretta. Le strisce rosse di tessuto agrario, elementi di spicco della facciata e del tetto, attenuano l'insolazione diretta, affermano la presenza del centro culturale nella comunità e stabiliscono un sottile confine tra gli spazi interni e il paesaggio.
Dal punto di vista concettuale, il progetto dovrebbe riflettere e riaffermare la gioia, la vibrazione e il potere creativo delle persone che frequentano il centro culturale, che si è concretizzato nei colori adottati negli spazi interni e nell'"abbigliamento" dell'edificio. Non a caso gli elementi della facciata sono tessuti, cuciti dal team REMEXE (un progetto di moda upcycling, anch'esso di Favelinha), e gli spazi interni sono pensati come corpi di colore (come riferimento a Hélio Oiticica) - un'architettura scenografica che esalta i ballerini, le modelle, gli imprenditori e gli artisti che trovano in Favelinha un ponte verso il mondo.
Oltre alla brise di tessuto agrario, realizzata da REMEXE, il progetto ha portato con sé altre collaborazioni come i mobili in compensato (design open-source), realizzati da Jangada Factory con una macchina da taglio CNC, il murale della porta d'ingresso che ritrae la comunità Lá da Favelinha, disegnato da Bruno Ulhoa e il parklet elaborato in collaborazione con il collettivo Micrópolis e i bambini della favela. Per il gruppo di architetti coinvolti, il progetto del Centro Culturale Lá da Favelinha inaugura un modo più intimo di essere e agire all'interno della favela e si è già concretizzato in una serie di altri progetti in quell'area, conquistando un posto fondamentale nella nostra pratica architettonica e nel nostro ruolo sociale.
Team:
Cliente: Lá da Favelinha
Architettura: Coletivo LEVANTE
Architetto Responsabile: Fernando Maculan, Joana Magalhães
Team di Architettura: Ricardo Lobato, Cássio Lopes, Luiza Salomé, Julia Passos, Arthur Souza, Richard Ramos, Marina Vilela, João Pedro Pujoni
Design dell'illuminazione: Mariana Novaes (Atiatîa Design)
Team Design dell'illuminazione: Marina Faria, Pedro Ferreira, Wallace Moreira
Paesaggio: Felipe Fontes
Consulente ingegneristico: Marcello Cláudio Teixeira
Collaborazione: Bruno Ulhoa, Micrópolis (micropolis.com.br), REMEXE Favelinha,
Fábrica Jangada, Jacques Simão de Siqueira, Luiz Eduardo Andrade Chiatti e Movimento Gentileza
Fotografi: Leonardo Finotti, Bruna Brandão, Fernando Maculan, Matheus Angel
Premi:
Vincitore della categoria "edifici" del "21a Premiação de Arquitetura - IAB MG", 2021.
Vincitore del "8o Prêmio de Arquitetura AkzoNobel - Instituto Tomie Ohtake", 2022
Vincitore del Premio nazionale di architettura di IAB-Brasil, 2022
Materiale Utilizzato:
Solpack, Sherwin Williams, Construtora UNI, Depósito Areia Branca, Interpam Iluminação, Luxion, Omega Light, Templuz, Trust Iluminação, O/M, Tramatto Elementos Vazados