Museo della Basilica Santa Maria Assunta di Alcamo

Museo d'Arte sacra di alcamo

Startstudio as Architects

Il Museo della Basica Santa Maria Assunta


Costruire un museo, ampliarlo o adeguarlo, è un'operazione complessa, che non riguarda solo le figure tradizionalmente preposte alla progettazione e alla realizzazione di edifici, ma deve coinvolgere vari figure professionali. Nella stesura del progetto del nuovo allestimento si è fortemente voluta una collaborazione in con un esperto di museologia per l’elaborazione preventiva di un progetto museo logico il prof. Vitella. La conoscenza dei luoghi e le necessità espresse dalla committenza dove per committenza s’intende un intera comunità parrocchiale con innumerevoli richieste hanno contribuito alla stesura di un progetto partecipato che ha visto impegnate le varie realtà parrocchiali. L’istituzione dei musei d'Arte Sacra e di Antropologia Religiosa, che privilegino la qualità degli oggetti esposti e la presentazione pedagogica viva, coniugando l'interesse per la fede e quello per la storia, è l’esortazione contenuta nel documento del PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA CULTURA dal titolo “PER UNA PASTORALE DELLA CULTURA” . Innumerevoli gli esempi di strutture museali istituite negli ultimi anni sia nella nostra regione che su tutto il territorio nazionale, come ad esempio … Proprio per rispondere al meglio alle indicazioni contenute nel documento del Pontificio consiglio si è scelto di proporre la visita al museo dopo aver ammirato la Basilica che custodisce opere di grande rilievo e che introduce al percorso espositivo del museo stesso. Per favorire ciò l’accesso avviene dal vestibolo di ingresso alla sagrestia, da cui si sviluppa un nastro rosso che accompagna il visitatore lungo tutto il percorso. L’esposizione è organizzata cronologicamente e tematicamente nei due livelli a disposizione, con riferimento al triplice ordine di interesse “Storia – Liturgia - Culto Mariano”. Le numerose opere, presenti nei depositi della Basilica, offrono un potenziale scenario espositivo vasto quanto straordinario, che ha costituito il primo riferimento per la tematizzazione delle sezioni espositive. Gli autori del progetto di allestimento museografico, l’arch. Pietro Artale e l’arch. Calogero Mauro Calamia, non nuovi a questo tipo di progettazione spesso impegnati in allestimenti temporanei come ad esempio la mostra per l’inaugurazione dell’ex Collegio dei Gesuiti di Alcamo . Sul piano tecnico, i due livelli ai quali si colloca l’esposizione permanente – posti rispettivamente a quota +0.0 e +1.00, sono costituiti da nove stanze di diversa altezza, locali precedentemente utilizzati dalle varie realtà parrocchiali a cui si è dovuto trovare le giuste alternative. L’ambiente che introduce al museo si sviluppa attraversando un spazio di forma irregolare alla spalle dell’abside della cappella laterale dedicata a San Pietro. Sulla parete curva una citazione tratta dal discorso di Papa Benedetto XVI rivolto agli artisti ricorda che “La fede non toglie nulla al vostro genio, alla vostra arte, anzi li esalta e li nutre, li incoraggia...”, mentre accoglie i visitatori il bellissimo portale cinquecentesco finemente decorato antica preesistenza dell’ex Oratorio del Santissimo Sacramento, attraverso il quale si scorge la prima opera esposta nel museo: un Crocifisso della prima metà del XVI secolo, posto su una settecentesca croce argentea, sapientemente restaurato per l’occasione da Mariella Alcamo. In questo spazio illuminato da un ampio lucernario si da modo al visitatore di prepararsi alla prima sala del museo, magari semplicemente scorgendo sulla pianta del museo la propria posizione e scorgendo da una feritoia sulla parete sinistra la fine del percorso anticipando cosi alcune opere. Il setto murario rosso conduce all’interno della sala centrale del Museo dove, secondo un ordinamento cronologico, prendono posto tele, statue lignee, codici miniati, paramenti e argenterie. La progettazione dello spazio e un corretto posizionamento delle opere fa si che si sviluppi un percorso organico e pieno di scoperte continue, senza svelare in maniera precipitosa le varie opere. Per la collocazione di ogni opera è stato fatto uno studio dei vari supporti che tenesse conto del punto di vista del visitatore, cosi da garantire una corretta fruizione di tutte le opere, come ad esempio le statue lignee collocate su piedistalli cubici bianchi ad un altezza tale da simulare la collocazione originale nelle chiese di provenienza o come per i bellissimi corali miniati del XIV Secolo, inseriti in apposite vetrine che ne consentono la visone da tutti i lati. Al centro, della sala due vetrine precedentemente collocate in altri spazi della Basilica, assumono un nuovo aspetto e ospitano rispettivamente un’antica dalmatica, accostata alla statua di San Leonardo le cui decorazioni della veste richiamano quelle del paramento sacro, e nella successiva le argenterie più antiche della Basilica. Il percorso prosegue in una sala posta a quota superiore e ben collegata da una scala finemente rivestita in legno, in uno spazio compresso sia per l’ampiezza della scala che per l’altezza del tetto; in questo ambiente, fa da andito d’accesso a tre spazi consecutivi, si lascia l’organizzazione cronologia della collezione, per dar posto ad un allestimento tematico legato al culto Eucaristico. Da questo spazio rialzato e da opportuni punti di vista prospettici ben individuati in fase di progetto è possibile volgere lo sguardo a quando già visto nella sala precedente, ma da una visuale diversa, anticipando in profondità l’ultima sala. Anche in questa parte del museo troviamo la parete di colore rosso che conduce il visitatore a proseguire la visita del museo nelle tre piccole sale in infilata che ospitano paramenti e accessori per la liturgia, culminando nell’ultima sala con una vetrina che ospita l’ostensorio ed altri sacri vasi legati al Corpo di Cristo. Per concludere la visita si deve attraversare nuovamente parte della prima sala che disimpegna un altro ambiente dedicato al culto mariano, con opere pittoriche e donazioni di ori e argenti del XVIII e del XIX secolo, piccola selezione di manufatti del ricco Tesoro della Madonna dei Miracoli, Patrona di Alcamo. Proprio per la grande quantità di manufatti si è deciso di utilizzare una vetrina molto grande che consente di ammirare la quantità delle opere e di far apprezzare i dettagli di alcuni di essi. Nell’ultimo tratto del percorso espositivo, prima di raggiungere nuovamente l’elegante sagrestia con la quadreria degli arcipreti, bisogna attraversare un ampia sala che ospita le opere provenienti da altre chiese, come la bellissima statua mariana in alabastro, i numerosi frammenti lapidei provenienti dalla chiesa dell'Annunziata e diverse tele provenienti dalla chiesa di Santa Caterina e dalla chiesa di San Pietro. L’uscita del museo avviene dall’elegante sagrestia che ospita la quadreria storica degli arcipreti disposti in ordine cronologico con al centro della sala una tela ovale della Madonna dei Miracoli e gli armadi dei canonici ormai in disuso da anni, che sono stati modificati radicalmente l’immagine e consentendo di esporre in sicurezza e in maniera adeguata, argenti e paramenti, consentendo anche a museo chiuso di apprezzare la ricchezza delle opere custodite all’interno della Basilica. Tutte le pavimentazioni delle varie sale sono state uniformate con una resina, mentre i soffitti dei vari ambienti sono stati ricoperti da una vernice nera che nasconde tutta la parte impiantistica e crea un senso di profondità maggiore facendo perdere al visitatore la misura dello spazio. L’illuminazione e le canalizzazioni dell’area sono state curate dall’Ing. Enrico Bono che collabora da diversi anni con lo studio degli architetti Artale e Calamia che ha previsto un sistema di estrazione dell’aria celato nel controsoffitto del museo, così come la maggior parte degli impianti. I corpi illuminanti scelti sono di tipo a binario che consentiranno nel tempo un eventuale diversa collocazione delle opere e un eventuale ammodernamento del sistema di illuminazione semplicemente sostituendo i corpi illuminanti. Il museo è stato dotato di un sistema di pannelli didattici, segnaletiche e didascalie, suddivisi per sale, di facile lettura e bilingue; ogni sala è stata caratterizzata da un colore e da un numero individuabile nelle mappe dislocate nel percorso espositivo. Per favorire un’ampia diffusione del museo si è ideato un logo identificativo che lo contraddistingue in tutta la comunicazione e che viene richiamato all’interno del percorso sia nei pannelli didattici, che sulle scelte dei colori utilizzati nell’allestimento. In conclusione, tutte le scelte del progetto propongono strutture semplici e minimali che sono nel contempo espressione di strutture funzionali e simboliche. Ciò costituisce importante fattore di chiarezza del messaggio espositivo, determinante per la sua efficacia; inoltre l’aver pensato il museo come struttura in divenire consentirà in futuro un ampliamento dei servizi connessi come un piccolo bookshop e una sala per esposizioni temporanee.

Project Credits
Architects
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