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FLEXI. Ridotto del Teatro Rossini di Pesaro

FLEXI. The Ridotto of the Rossini Theatre
Alessandro Penso, courtesy of STARTT

FLEXI. Ridotto del Teatro Rossini di Pesaro

Il nuovo progetto che STARTT ha realizzato peril Ridotto delTeatro Rossini di Pesaro definisceun ambiente contemporaneoche coniuga lo spazio astratto del teatroperformativo europeo con il teatro storico dell’opera di tradizione italiana.

FLEXI è pensato come un teatro nel teatro, un dispositivo effimero e reversibile chepermette la percezione della sala storica e la presenza della scena urbana evocata daSTARTT.L’intervento è un frammento della più ampia riflessione che STARTT sta dedicando allacittà di Pesaro e contribuisce al programma di Pesaro Capitale della Cultura 2024.

photo_credit Alessandro Penso, courtesy of STARTT
Alessandro Penso, courtesy of STARTT
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Alessandro Penso, courtesy of STARTT

Pesaro, Teatro Rossini. Accanto alla grande sala storica di uno dei più celebri teatri all’italiana lo studio di architettura STARTT ha realizzato FLEXI, uno spazio dinamico e riconfigurabile per le arti performative, la musica, la prosa, il teatro-danza, gli eventi associativi e politici. Siamo al piano primo dell’avancorpo del teatro, progettato come ampliamento nel 1934 dopo i terremoti del 1916 e del 1930 e pesantemente rimaneggiato agli inizi del 2000, all’interno della Sala della Repubblica. Qui, in adiacenza al terzo ordine di palchi del teatro, la spazio era segnato dalla presenza di due pilastri centrali e organizzato su tre diverse quote, conseguenza di successive espansioni dell’edificio. STARTT ha trasformato il volume a partire dalla ridefinizione strutturale che ha consentito la rimozione dei pilastri e la realizzazione di un secondo spazio scenico, accessibile e flessibile. Una porzione della fabbrica storica, collocata in asse e contigua alla sala del teatro dell’opera, è stata così modificata con un intervento contemporaneo, dove la distinzione tra il pubblico e la rappresentazione scompare e tutto diventa spazio performativo.

photo_credit Alessandro Penso, courtesy of STARTT
Alessandro Penso, courtesy of STARTT
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Alessandro Penso, courtesy of STARTT

La Sala della Repubblica è stata riprogettata in modo da testimoniare e reinterpretare la storia evolutiva di questa porzione di teatro. Questo avviene a partire dall’evidenziazione dell’originaria facciata settecentesca dell’edificio, successivamente incorporata nel teatro. Laddove era la facciata STARTT ha disposto una grande parete la cui presenza è sottolineata con un rivestimento di ampi pannelli dorati, che al contempo denotano la perduta dimensione urbana e preludono alla preziosità degli stucchi del teatro barocco. La parete dorata ospita al proprio interno gli apparati tecnici e impiantistici, totalmente invisibili, e svolge funzione di isolamento acustico. Nel volume del Ridotto sono stati anche recuperati altri elementi che raccontano il rapporto con la città. Si tratta dell’apparato di paraste e lunette elaborato nel corso delle modifiche avvenute negli anni Trenta e delle quali si erano perse le tracce.

photo_credit Alessandro Penso, courtesy of STARTT
Alessandro Penso, courtesy of STARTT
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Alessandro Penso, courtesy of STARTT

Ma ciò che definisce lo spazio di FLEXI, dando luogo a mutevoli configurazioni, è il sistema per lo scorrimento di un doppio strato di pareti tessili lungo un binario appeso al soffitto, dove alloggia un graticciato teatrale. Le tende possono chiudere o aprire lo spazio a seconda delle necessità, con la possibilità di dialogare con il partito architettonico ritrovato degli anni Trenta. Questa soluzione controlla ulteriormente l’isolamento della sala e le necessità di rifrazione o assorbimento acustico a seconda degli eventi ospitati, che possono svolgersi contemporaneamente nella sala storica e nel nuovo Ridotto. Con lo stratagemma della parete tessile mobile l’ambiente racchiuso può ospitare 150 posti a sedere mentre al di fuori di essa viene mantenuta la circolazione di servizio e di eventuale evacuazione dai palchi. Il pavimento è realizzato in legno di pino dipinto di nero su impalcato di magatelli. Nel teatro-danza non c’è distinzione tra spazio del pubblico e spazio della performance. Qui tutto è palco, il recinto dell’esibizione è definito dalle tende mobili che determinano un ambiente intimo per lo spettacolo.

photo_credit Alessandro Penso, courtesy of STARTT
Alessandro Penso, courtesy of STARTT
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Alessandro Penso, courtesy of STARTT

Il progetto per il nuovo Ridotto del Teatro Rossini, qui documentato dalle fotografie di Alessandro Penso scattate in presenza della performer Anna Basti, segue quello che lo studio STARTT ha completato poco più di un anno fa per l’allestimento del Museo Archeologico Oliveriano al piano terreno di Palazzo Almerici, concepito a partire da una riflessione sul frammento ispirata dall’opera di Jannis Kounellis. Entrambi gli interventi sono stati realizzati in vista di Pesaro Capitale della Cultura 2024. STARTT è inoltre impegnato sulla città con il progetto di recupero del quadrante Nord-Ovest del centro storico, disegnato in occasione di una delle prime misure del PNRR, in particolare per il programma PINQuA (Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare), selezionato dalla alta commissione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti del Governo Italiano come uno degli undici progetti meritevoli. Questo progetto recupera e rinnova dopo un lungo silenzio di cinquanta anni le premesse del gruppo IUAV di Carlo Aymonino per il recupero del centro storico della città di Pesaro.

photo_credit Alessandro Penso, courtesy of STARTT
Alessandro Penso, courtesy of STARTT
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Alessandro Penso, courtesy of STARTT

Squadra:
Architetto: STARTT
Credito fotografico: Alessandro Penso, per gentile concessione di STARTT
Interpretazione: Anna Basti

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Project credits

Architetti
Fotografi

Project data

Nome del progetto in inglese
FLEXI. The Ridotto of the Rossini Theatre
Categoria
Teatri
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