Situata nelle vecchie dispense di Palazzo Vacchini nel nucleo storico di Ascona, a tre metri dalle antiche fondazioni della Chiesa comunale dei Santi Pietro e Paolo, la cantina si presentava quale fatiscente locale, in passato utilizzato quale luogo per lo stoccaggio di carni insaccate e formaggi.

Considerata la struttura materica nonché la naturale ventilazione, le quali garantiscono un clima costante durante le quattro stagioni, la committenza ha ritenuto opportuno l’insediamento della propria cantina vini, che conta una produzione annua modesta (500 b/a) ma perfetta alla superficie dei locali.

A livello progettuale si è deciso di ripulire le pietre che costituiscono le volte a botte delle due stanze in modo da conservare l’essenza lapidea della struttura, ridelineando pure le bocche di lupo che portano al vicolo acciottolato sovrastante. Per la pavimentazione si è optato per un mosaico in pietra della Valle Maggia posato su uno strato di ghiaia fine, garantendo così una naturale traspirazione del suolo e qualora si rompesse una bottiglia anche una facile manutenzione.

Considerando la possibilità di esondazione del vicino lago Verbano, per gli scaffali laterali e per il mobile centrale che ospita due frigoriferi e serve alle degustazioni, è stato utilizzato legno massiccio di castagno, il quale con il calore delle sue tonalità riesce a donare alla fredda stanza in pietra un’atmosfera che aggrada e rilassa. Le parti inerenti lo stoccaggio delle bottiglie di vino più vecchie è stato realizzato mediante un reticolo metallico termo-laccato a due maglie che permette di intravvedere la parete retrostante come pure le etichette, in maniera pratica ed agile. Le ultime due annate resteranno invece a maturare in bottiglia nella stanza retrostante caratterizzata da una volta a botte più piccola. Una bottiglia accatastata all’altra.

A livello di illuminazione abbiamo deciso di lavorare sempre con luci calde e regolabili. I punti principali sono generalmente due: un’area centrale caratterizzata da 3 lampade a pendolo che illuminano il locale, e delle fasce LED che corrono lungo il cappello delle reti, illuminando le volte della cantina. Il risultato finale è dunque una semplice struttura leggera che non sovrasta la storica cantina preesistente limitando all’essenziale l’intervento necessario agli scopi programmatici del presente.

Squadra:
Architetto: Atelier Rampazzi
Fotografo: Simone Bossi


