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Vigentina 9
Andrea Martiradonna

Vigentina 9

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Sostenibilità, innovazione tecnologica e qualità ambientale: sono i punti cardine che hanno guidato il progetto della nuova sede del Gruppo assicurativo Crédit Agricole Assurances sviluppato dalle business unit di Lombardini22

A Milano, in zona Porta Romana, il progetto integrato di Lombardini22 ha rinnovato i caratteri dell’involucro in chiave contemporanea e sostenibile e ridefinito i volumi e gli spazi interni. L’edificio, che si estende su 5.600 metri quadrati, ospita oltre 250 dipendenti appartenenti alle compagnie assicurative Crédit Agricole Vita, Crédit Agricole Assicurazioni, Crédit Agricole Creditor Insurance e Stelvio Agenzia Assicurativa.

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L’immobile, denominato Vigentina9, è uno smart-building ecosostenibile innovativo, caratterizzato da elevati standard in termini di efficienza energetica, scelta dei materiali e qualità ecologica degli interni, tanto da aver ottenuto importanti riconoscimenti quali la certificazione LEED Platinum, in seguito all’intervento di riqualificazione edilizia che ha aggiornato alla contemporaneità la struttura del 1962 dell’architetto Enrico Bignoli e dell’ingegnere Franco Fasoli.

Il progetto di ristrutturazione è stato condotto dal Gruppo Lombardini22 con l’obiettivo di riqualificare l’edificio, nel rispetto del contesto urbano, migliorando la composizione e la fruizione degli spazi, nonché le caratteristiche energetico-sismiche. 

La progettazione degli interni è stata concepita in ottica di flessibilità e benessere delle persone, in linea con le metodologie di lavoro adottate dal Gruppo assicurativo ispirate al principio di “work-life integration”, che prevedono l’alternanza tra lavoro in presenza e da remoto. Spazi modulari, adattabili a diverse esigenze in termini di crescita di organico, con postazioni openspace multifunzionali, prenotabili dai collaboratori tramite un’app dedicata. 

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Il progetto architettonico
Lombardini22 ha mantenuto intatta la struttura dell’edificio di corso di Porta Vigentina 9 firmato nel 1962 dall’architetto Enrico Bignoli e dall’ingegnere Franco Fasoli e ha pianificato la demolizione degli interni in sicurezza. La ristrutturazione ha aggiornato gli spazi interni e la facciata, fornendo un nuovo dinamismo all’edificio, pur mantenendo l’inquadramento strutturale dell’originale. 

L’intervento di L22 Urban & Building, la business unit di Lombardini22 specializzata nella progettazione architettonica di edifici di nuova costruzione o da ristrutturare, ha mirato alla riqualificazione complessiva esterna e interna dell’immobile, mantenendo la sua funzione terziaria a uffici, ridefinendo i caratteri del suo involucro e della composizione e fruizione degli spazi interni. 

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La volontà, pur nel rispetto della sensibilità del luogo e più precisamente del parziale vincolo indiretto rispetto alla prospiciente Chiesa di Santa Maria al Paradiso, è stata quella di rigenerare profondamente l’immobile dopo oltre 50 anni dalla sua costruzione. Il rinnovamento completo dell’immagine esterna è pensato per donare un prospetto che riprende la sagoma esistente rivisitata in chiave moderna e sostenibile. L’opportunità progettuale permette così di rimodulare i componenti di facciata e caratterizzare l’immobile con una proposta più contemporanea. Con il punteggio di 85 punti su 110, l’edificio ha raggiunto la certificazione LEED Platinum relativamente al protocollo LEED BD+C for Core and Shell v4.

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L’organismo edilizio pari a circa 5.600 metri quadrati si compone di un corpo principale di forma rettangolare, che definisce la cortina edilizia su corso di Porta Vigentina, e un corpo di collegamento al retrostante edificio a torre contenente i corpi di risalita verticale e i locali tecnici. L’obiettivo è stato quello di ridefinire i caratteri dell’involucro edilizio, migliorando nel contempo le caratteristiche energetiche, anche attraverso la diminuzione dell’incidenza diretta del sole sui serramenti vetrati, creando una nuova tridimensionalità della facciata. Questa scelta dona, in relazione al nuovo basamento vetrato e al coronamento, una dinamicità tutta nuova all’edificio. La rotazione verso nord dei serramenti della facciata principale pone l’accento sulla vista in direzione della Chiesa di Santa Maria del Paradiso, verso il centro della città, in una sorta di ‘inchino’ simbolico. 

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Il prospetto principale su corso di Porta Vigentina viene caratterizzato da una serie di moduli ruotati rispetto il piano della facciata, ognuno di dimensioni di circa un metro e mezzo per tre, che moltiplicandosi per tutta la lunghezza del prospetto, riprende la scansione della struttura esistente. 

Il modulo di facciata si scompone in due superfici: una vetrata ruotata nel verso della Chiesa del Paradiso, che tende in questo modo a proteggersi naturalmente dal sole diretto e una opaca, composta da un pannello coibentato in alluminio ossidato con una particolare finitura spazzolata color bronzo. 

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I marcapiani estrusi rispetto il filo esistente sono rivestiti in pietra ingegnerizzata effetto ceppo, riprendendo, evidenziandolo, il posizionamento dei solai esistenti e contenendo il movimento dei moduli dell’involucro, rientranti nel nuovo filo della facciata.Il progetto ha previsto quindi il completo rifacimento dell’involucro, la realizzazione di un nuovo corpo scala, il rifacimento dell’autorimessa al secondo piano interrato, dei blocchi bagno, della lobby di ingresso, dello spazio polifunzionale, la demolizione delle partizioni verticale interne per lasciare i piani uffici liberi da tramezzi in configurazione openspace, per poter essere personalizzati successivamente. 

Sono stati riconfigurati integralmente e ottimizzati gli impianti meccanici ed elettrici e aggiornato il sistema di distribuzione verticale prevedendo l’installazione di nuovi ascensori nei vani esistenti e rivedendo il sistema di scale e via di fuga. 
L’intervento ha coinvolto anche la parte strutturale dell’edificio con demolizioni puntuali che hanno rinnovato gli spazi interni e garantito il miglioramento sismico dell’immobile.

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Vigentina9 e la progettazione BIM
Per il progetto Vigentina 9, il processo di progettazione BIM doveva essere adattabile a diversi scenari e fasi progettuali, fornendo al contempo tutta la documentazione necessaria per l’acquisizione di permessi e autorizzazioni. Il team di progetto insieme a BIMLand, gruppo trasversale dedicato all’implementazione della metodologia BIM nei diversi brand di Lombardini22, ha sviluppato un flusso di progettazione BIM in grado di rispondere in maniere coordinata e dinamica alle modifiche richieste di soprintendenza, cliente e fase progettuale. Il progetto di riqualificazione ha potuto contare su un team multidisciplinare che grazie al processo BIM ha potuto verificare e coordinare le attività per il raggiungimento della certificazione LEED Platinum, svolte in sinergia con L22 Engineering & Sustainability, brand del gruppo Lombardini22.

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All’inizio del progetto è stata completata un’indagine puntuale con analisi e restituzione del rilievo su Nuvola di Punti dell’edificio e del contesto. Il rilievo è stato sviluppato in Revit per definire i vincoli e le limitazioni. Il progetto e i modelli potevano quindi prendere forma con piena conoscenza e trasparenza rispetto a limitazioni e opportunità progettuali.

Fin dall’inizio, la gestione dei dati è stata fondamentale. Un modello coordinato, un database e un flusso di lavoro personalizzato con note chiave in Revit hanno consentito una comunicazione e un coordinamento chiari durante tutte le fasi 
di progettazione, con conseguente ottimizzazione dei tempi e dei costi durante la costruzione. Questo flusso di lavoro e la gestione sono stati particolarmente importanti, dato il numero di documenti e di input diversi, dai permessi edilizi governativi alla supervisione dei Beni culturali. Dal punto di vista della sostenibilità, Revit e gli script personalizzati Dynamo hanno permesso al team di calcolare i dati in modo rapido e accurato per l’obiettivo LEED Platinum, tra cui la densità circostante, la riduzione dell’impatto del ciclo di vita dell’edificio e le prestazioni minime di qualità dell’aria interna. 

Un flusso di lavoro efficiente ha permesso al team di superare i limiti del sito e i vincoli di pianificazione, sfruttando al contempo un approccio interdisciplinare che ha migliorato l’implementazione BIM-LEED.

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Il progetto di interior design
L’intervento sull’interno degli uffici ha valorizzato il lavoro di riqualificazione compiuto sull’edificio e la prossimità con la Chiesa di Santa Maria al Paradiso.
Gli ambienti sono stati studiati da DEGW a partire da alcune fondamentali linee guida condivise con il cliente: sostenibilità, solidità, innovazione tecnologica, dinamismo, trasparenza, riconoscibilità.

Il concept sotterraneo che si dispiega nei diversi spazi è quello dei quattro elementi: acqua, con la sua fluidità e flessibilità, terra, ovvero solidità ed efficienza, fuoco e aria – leggera ed elegante – esprimono l’essenza degli spazi molto diversificati e caratterizzati. 

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L’ingresso, con la scenografica reception a tripla altezza, è al livello -1 dove gli ospiti sono accolti nell’area waiting finemente arredata. Al livello inferiore l’auditorium e l’hub-caffetteria rappresentano la parte più sociale degli uffici. 
Nella caffetteria dal sapore tropical è protagonista il bancone effetto cannetè in legno e piano in Corian accostato a sedute in legno, cuoio e tessuto, a lampade sospese colorate e a una ricca vegetazione. La pavimentazione invita a entrare nello spazio conferenze, caratterizzato dal soffitto a effetto cielo stellato. Il controsoffitto e la boiserie di legno con gole di luce garantiscono ottime performance acustiche. Questi due livelli sono collegati dallo spazio multifunzionale denominato arena, una gradonata lignea concepita come luogo di svago e incontro. Strategiche panche su ruote vi si affacciano aumentando il numero di posti a sedere.

Dalla reception e dalla sommità dell’arena si scorge la vetrata che racchiude la play area, dotata di lavagna magnetica su cui scrivere o disegnare e arredata con accessori iconici del design italiano. 

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I tre piani operativi si caratterizzano per la grande varietà di spazi e soluzioni di arredo, che favoriscono momenti di socialità, collaborazione e condivisione tra collegi e consentono di lavorare in modo flessibile, in team o in autonomia. Gli ambienti openspace sono così scanditi da supporti e sale meeting di diversa tipologia come i think thank, spazi corredati di divanetti e pouf per brainstorming informali, le standard e le project meeting, gli hub con pareti curve vetrate, i phone boot a tutto colore, le skype room con tavoli trapezioidali, divanetti onetoone e le stand up meeting.

L’ultimo piano executive si distingue per gli arredi raffinati, le lampade decorative, un uso consapevole del layout spaziale e per l’ampia terrazza con pergolato che gode di una vista privilegiata sulla chiesa prospiciente.

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I colori corporate desaturati si rincorrono in tutto il progetto: nelle sofisticate finiture e nelle scelte di arredo – soluzioni custom si accostano liberamente ad arredi e accessori delle principali aziende di design made in Italy –, nei materiali e nei dettagli che compongono un quadro armonico e dinamico insieme: un paesaggio di suggestioni dal sapore domestico, dalla qualità solida, durevole, contemporanea.
Le vetrate, che caratterizzano l’intera facciata esterna, garantiscono un’ottima luminosità, atta a favorire la qualità della vita lavorativa e limitare il ricorso alla luce artificiale. Componenti fondamentali del progetto sono rappresentati dall’attenzione all’acustica e al lighting design, specialità della business unit Atmos. 

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Sono stati redatti due progetti di illuminazione. Si era pensato dapprima alla luce generale, ovvero il progetto di general building con l’edificio vuoto, in cui la normativa impone di illuminare l’intera superficie in modo omogeneo. Cui è seguito il progetto definitivo per il tenant, con una conseguente attenzione al dettaglio, alla luce decorativa e al comfort per ogni collaboratore. Gli apparecchi scelti hanno reso particolarmente semplice la necessaria rimodulazione dell’illuminazione. Ciò sarà replicabile nel futuro, nel caso in cui Crédit Agricole Assurances dovrà riconfigurare i propri spazi, senza la necessità di un intervento tecnico. Sulle facciate esterne si è optato per un’illuminazione dall’alto al basso. Infine, FUD, brand del Gruppo Lombardini22 dedicato al physical branding, si è dedicato alla segnaletica – volutamente tenue e delicata –, al disegno delle pellicole che garantiscono la necessaria privacy agli spazi vetrati e alla scelta, condivisa con lo staff del cliente, dei nomi delle sale riunioni che richiamano spezie e piante.

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Squadra:
Architetta: Lombardini22
Fotografia: Andrea Martiradonna
Cliente: Savills Investment 
Architettura: Management SGR S.p.A.
Interior: Crédit Agricole Assurances

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Materiale utilizzato:
1. L22U&B: Pratiche amministrative, progettazione architettonica preliminare, definitiva ed esecutiva, direzione lavori, CSE e CSP
2. L22E&S: Progettazione impiantistica preliminare, definitiva ed esecutiva, certificazione LEED, prevenzione incendi
3. DEGW: Interior design, space planning, politica arredi
4. Atmos: Lighting, acustica
5. FUD: Wayfinding, physical branding

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