“Oh, pensa come sarebbe bello se potessimo passare attraverso lo specchio! Sono sicura che ci sono delle cose bellissime là dentro, facciamo che ci sia un modo per passarci attraverso, facciamo che sia diventato tutto come un leggero velo di nebbia… ma guarda si trasforma! Sarà facile passare adesso”. Lewis Carroll
Dall’incontro tra le menti di Small, studio multidisciplinare con una spiccata attitudine per gli interni, e quella della giovane L, imprenditrice del mondo del design con la passione per i viaggi , è nata casa LL, un urban retreat pieno di personalità ed eccletismo nel cuore di un elegante quartiere fuori dal centro di Bari.


Partendo da uno schema planimetrico definito, il team ha combinato le suggestioni della committenza e le più ricercate strategie per creare un ambiente di carattere che non teme di mostrare riferimenti tra loro dialettici e apparentemente contrastanti, ma che insieme creano una sorprendente e continua tensione compositiva.
Varcato l’ingresso, l’appartamento si apre su un ampio e luminoso living open space, dove elementi di arredamento classici e moderni, simmetrici e asimmetrici, esili e massicci, sofisticati e appariscenti si alternano in una danza armoniosa di stili.


Il parquet in rovere a spina ungherese pervade tutti gli ambienti allo scopo di esaltare, grazie alle sue tonalità chiare, ogni arredo e soluzione stilistica adottata. L’intero appartamento è arricchito da elementi realizzati su misura e oggetti di design ricercati che si integrano tra loro in maniera spontanea, rispondendo alle necessità e alle esigenze di ogni spazio.
All’austerità classica delle boiserie viene opposta la sinuosità del disegno della parete attrezzata, composta da un’esile maglia verticale di metallo bianco a tutt’altezza e dai massicci cassettoni in rovere termotrattato con dettagli ottone dai rimandi déco. L’uso dei pannelli mobili in paglia intrecciata per mascherare gli apparati tecnologici permette di creare un ambiente conviviale, fuori dal tempo. Rimanendo nel living di deliberata ispirazione anni ’70, è impossibile non notare il divano in velluto blu elettrico abbinato al tappeto multicolor di CC Tapis che sublima l’atmosfera con le tonalità neutre del cipria, del verde e del terracotta illuminati dal lampadario Broche di DCW editions in ottone.


Spostando l’attenzione verso la zona cucina, lo sguardo viene catturato dalla presenza di un tavolo da pranzo, realizzato su misura, in materiali e colori diversi come il travertino arancio, il cotto di Fornace Brioni e l’ottone. A dar luce alla tavola ci sono le sospensioni Setareh di Fontana Arte, disegnate da Francesco Librizzi. Subito oltre il divisorio dalle forme essenziali in ferro e vetro che divide con discrezione la zona pranzo dal resto dell’open space, troviamo la cucina, realizzata utilizzando marmo rosa di portogallo e legno laccato per segnare volutamente una discontinuità con l’ambiente circostante.


Proseguendo nella zona notte, dopo aver superato l’ipnotico corridoio dominato dal bianco e nero della carta da parati Malachite di Fornasetti, si trova la camera padronale. Quasi parafrasando le parole di Carroll, l’equipe ha sviluppato l’idea di focalizzarsi sull’importanza degli specchi e della possibilità di “viaggiarci” attraverso. I pannelli in specchio blu “china” dell’armadio a tutt’altezza, duplicano l’ambiente restituendone una versione alterata, al di là dei quali si cela il privato di chi lo vive. A contrasto delle tonalità del blu elettrico ci sono quelle più scure della carta da parati di Cole and Son dai richiami jungle e la testata del letto in metallo e paglia di Vienna.


Anche la stanza degli ospiti offre accostamenti sperimentali. Accanto ad oggetti vintage senza tempo, tessuti naturali e superfici intarsiate, l’armadio dalla particolare struttura tripartita di colore rosso mattone polarizza lo sguardo elevandosi a protagonista della composizione.
Un’attenzione particolare la merita la toilette principale, dove lo sfondo terrazzo in marmo e cemento di Dzekdzekdzek e la plasticità della resina si confrontano con un robusto mobile nero listellato dagli accenti oro, sovrastato da specchi sospesi custom made in metallo con illuminazione integrata.


La proposta degli architetti prende le distanze dal minimalismo dilagante, sfidando intenzionalmente lo stereotipo del “less is more”. Addizioni, giustapposizioni e rimandi continui a stili di epoche diverse sono gli strumenti che Small ha orchestrato in questo progetto, restituendo alla sua proprietaria una composizione vorace, onnivora e magneticamente spregiudicata.


Squadra:
Architetto: PICCOLO
Fotografia: Priscilla Tangari
