Non è servito molto per ridare anima a questo oggetto architettonico, ibrido in un certo senso, ma incredibilmente affascinante.
L’eleganza della Liguria è legata alle architetture di fine ottocento fino a quelle di metà novecento. Questa architettura si inscrive in quel repertorio di piccoli oggetti architettonici che portano quel fascino negli occhi di chi le osserva. La sua forma ricorda inequivocabilmente una nave chiusa in se stessa, protetta ma sospinta verso il mare. Nella forma ricorda anche, in piccolo, alcune belle architetture delle colonie adriatiche.
Non razionalista, non modernista, non decò americano .... eppure in qualche modo richiama tutte queste memorie, con umile onestà. Costruita su un promontorio roccioso, dapprima forse appostamento bellico e poi convertita in piccolo stabilimento balenare privato diviene ora abitazione. La ristrutturazione ha reso necessario denudare l’oggetto architettonico per comprenderne la struttura e rimetterlo in funzione, senza alterarlo esteticamente e con un atteggiamento di conservazione riguardo gli esterni. L’intervento è stato maggiormente sugli interni sull’ottimizzazione degli spazi con lo stesso atteggiamento progettuale che si riserva ad una barca.
Pochi materiali semplici e immediati. Netti nella comprensione e tradizionali. Teak naturale fugato in Caucciù trattato ad olio negli interni, per i pavimenti e arredi ed Intonaco bianco naturale per le pareti. Pietra nera locale, Ardesia, accostata al marmo bianco di carrara per i bagni definiti con posa a righe orizzontali. Motivo decorativo locale tipico più belle chiese liguri del ‘500. Bianco e blu i colori all’esterno in contrasto con il rosso del cotto della terrazza. Una interpretazione lineare, per lasciare alla natura circostante il compito di dirigere le sensazioni. Sono la posizione, la roccia, la luce ed il mare a fare il progetto.