Mio Lab bar at Park Hyatt Milan

Mio Lab bar at Park Hyatt Milan
FTfoto - Filippo e Andrea Tagliabue

Mio Lab bar at Park Hyatt Milan

A dieci anni dalla sua prima inaugurazione, Flaviano Capriotti ridefinisce aspetto e comfort del Mio Lab del Park Hyatt Milano. Progettato nel 2015 come uno dei city bar più esclusivi e di classe della città, Capriotti rilegge oggi lo spazio con una rinnovata palette cromatica e materica, aggiornando tutti i rivestimenti tessili per amplificare la percezione di comfort e lo spettro cromatico visivo: ponendo l’accento sull’esperienza sensoriale degli ospiti. 
Capriotti ha scelto tessuti prodotti da Dedar per definire un nuovo linguaggio dell’accoglienza. Trame che diventano metamorfosi e attraversano l’intero spazio, tessuti pregiati donano profondità, movimento e riflessi, contribuendo a definire e valorizzare il carattere del MIO. 

I tessili sono la superficie materica che l’ospite può toccare, che lo accoglie, su cui si appoggia, e al contempo la materia visiva che, attraverso i colori e i pattern, esprime un senso d’identità dello spazio. L’uso della materia ci consente di raccontare quel senso di stile e di unicità italiana che passa dal tatto e che si estende allo sguardo, per un’esperienza sensoriale che resterà nel tempo. 

photo_credit FTfoto - Filippo e Andrea Tagliabue
FTfoto - Filippo e Andrea Tagliabue

“Questo nuovo intervento è stata un’occasione per rileggere a distanza di tempo il rapporto tra esperienza tattile e visiva, e il loro ruolo nel definire il senso di comfort delle persone” spiega l’architetto Capriotti. “Abbiamo lavorato per creare un luogo di incontro e condivisione, dove il design si fa esperienza e le trame tessili raccontano storie di eleganza e accoglienza. I tessuti scelti non sono solo un elemento decorativo: i materiali, le lavorazioni artigianali e la palette cromatica sono studiati per enfatizzare la luminosità e la profondità degli ambienti. Ogni texture, infatti, è stata selezionata per offrire una sensazione di piacevolezza creando una connessione immediata tra lo spazio e i suoi ospiti.” 

Il progetto si distingue per l’uso di tessuti dalla texture morbida e dalle tonalità calde e luminose, capaci di esaltare l’armonia dell’ambiente. Le sedute sono state impreziosite da ciniglie e tessuti jacquard dalle sfumature dorate, ambrate e bluastre, che riflettono la luce e amplificano il senso di comfort e ospitalità. 

Capriotti ha selezionato Dilmun di Dedar, jacquard sartoriale che, nella tonalità dell’azzurro, accende un’elaborata armonia di trame e armature, utilizzando accenti metallici che rimandano alle luci di città lontane e immaginari cieli stellati. Sansone, nella cromia oro, aggiunge morbidezza e luminosità grazie alla tessitura su telai usati per la produzione dei velluti in seta. Marabou, nelle cromie notte e canyon, è una ciniglia che evoca il comfort di un leisurewear e la mano piena di un velluto, coniugando la morbidezza del filato di ciniglia in trama e ordito a praticità. 

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Il design al MIO Lab, lo spirito del tempo in un tocco
Il bar è stato concepito per essere il centro delle aree pubbliche e conviviali del Park Hyatt Milano - essendo anche il secondo ingresso all'hotel dall’esterno - posizionandosi come punto di contatto tra la Cupola Lobby Lounge e il ristorante Pellico 3.
Lo stile del MIO è glamour e informale. Ad un passo dalla Galleria Vittorio Emanuele II, nel cuore della città, il MIO sa essere la destinazione ideale per i pranzi del financial district di Milano, così come il luogo elettivo per l’aperitivo; sa dare al turista il senso della contemporaneità così come al milanese il sapore della propria tradizione, ricco di riferimenti apprezzati dalle fashion e design communities che fanno di Milano una città stimolante e innovativa. 
Il primo spazio al quale l’ospite accede è la sala è abitata dal grande bancone bar che si trova al centro dello spazio: monumentale, dinamico, emozionante luogo d’interazione tra gli ospiti e al tempo stesso punto di riferimento essenziale del rapporto con la città. Composto da quattro materiali - i tradizionali marmi verde Alpi e Arabescato, l'olmo e l'ottone spazzolato - il banco può essere fruito in piedi, per un cocktail, oppure in convivialità nella grande penisola di olmo, seduti su sgabelli imbottiti in pelle testa di moro. 

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Al soffitto, un’installazione luminosa in policarbonato ambra colato a mano è contenuta da una cornice in rovere scuro, mentre materiali come il marmo spazzolato Light Emperador per il pavimento e il tessuto in bronzo ed acciaio alle pareti hanno tonalità che riscaldano l’ambiente. 
La sala riflette l'idea di stratificazione di ricordi e materiali propri dell'esperienza del viaggio, espressa attraverso la sovrapposizione di marmi, metalli, legni e tessuti. La luce all'interno cambia nei diversi momenti della giornata, chiara e più fredda al mattino, calda e soffice la sera.
La sala del banco bar si affaccia sulla zona più privata e morbida della Sala dei legni, rivestita da boiserie di olmo con grandi divani, alti ed avvolgenti. I tavoli sono in marmo Light Emperador. La sala è la naturale prosecuzione del bar, dove il ritmo rallenta e dove la convivialità diventa più privata. 

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FTfoto - Filippo e Andrea Tagliabue

 

Il tema tessile permea diversi dettagli dell’intero progetto: dai rivestimenti delle sedute, ai pannelli in tessuto metallico di bronzo ed acciaio, ai pavimenti in legno con posa a spiga gigante.
Il design del Mio vuol essere un omaggio alla grande tradizione tessile ed artigiana di Milano. Le trame tessili, così come del resto tutti gli arredi e i complementi, sono stati realizzati su disegno dell’architetto in esclusiva per Park Hyatt Milano. I materiali impiegati sono tipici della cultura architettonica italiana, dove i marmi ricordano quelli impiegati nella Milano degli anni ’30 e l’ottone spazzolato si pone come filo conduttore di questo racconto tra passato e presente. 

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FTfoto - Filippo e Andrea Tagliabue

 

Una nuova drink list, e un omaggio al design: Italian Touch 
A completare l’esperienza sensoriale di Mio Lab, un nuovo cocktail realizzato in esclusiva dal Bar e Lobby Manager Alessandro Iacobucci Vitoni: Italian Touch. Un pre-dinner che racconta la costante ricerca nel mondo della mixology, proposto in due gusti e ispirato alle palette cromatiche dell’ambiente. 
La prima versione è a base di gin aromatizzato allo zafferano, vermouth bianco e bitter bianco. Il risultato è un drink dal sapore delicato e avvolgente, di colore giallo per richiamare le tonalità delle nuove sedute in tessuto. La seconda versione è un’interpretazione moderna del classico Americano, che unisce il Campari Bitter, il Punt e Mes e la soda al ginepro e arancia, prodotta in casa. Un drink secco, dal colore vinaccia intenso, in omaggio alle poltroncine. 

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Team:

Progetto Interni: Flaviano Capriotti Architects
Progetto illuminazione: Rossi Bianchi Lighting Design
Fotografo: FTfoto - Filippo e Andrea Tagliabue

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Materiali utilizzati:

Falegnameria e tappezzeria su disegno: Molteni&C Contract Division
Tessuti imbottiti: Dedar
Carta da parati: Vescom, TTM Rossi
Illuminazione: Flos

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Product spec sheet

Lighting
Carpentry and upholstery
Wallpaper
Wallpaper
Upholstery textiles

Project data

Nome del progetto in inglese
Mio Lab bar at Park Hyatt Milan
Anno Progetto
2025
Categoria
Bar
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