Il leitmotiv che ha caratterizzato questo progetto è stato il recupero. L’unità immobiliare versava in pessime condizioni. Il pavimento in cemento decorato degli anni 30 era completamente annerito. Molti mattoni erano lesionati. Sulle pareti riaffioravano colori frutto di pitture su pitture susseguitesi in 80 anni. Le porte interne completamente incrostate anch’esse di varie pitturazioni susseguitesi.

La missione che ci eravamo proposti era quella di recuperare tutto: dai pavimenti, alle porte, alle decorazioni che eravamo sicuri di trovare sotto quegli strati di pittura e stucchi. Sono infatti emerse decorazioni su volte e soffitti che abbiamo conservato.
Il pavimento è stato accuratamente rimosso, recuperando e catalogando ogni singolo mattone. Quindi, dopo gli interventi impiantistici, sono stati rimontati nel rispetto del disegno originario. I mattoni perimetrali, quelli che racchiudono i disegni principali, sono andati invece persi, quindi il perimetro è stato resinato con microcemento bianco, in continuità con le pareti.

L’interior è poi stato completato con elementi di arredo e di illuminazione iconici. Alcuni di questi recuperati dai depositi di famiglia e originari dell’epoca, come la Arco e il Taraxacum Cocon, entrambi firmati Castiglioni per Flos, o ancora la Lamp 265 di Paolo Rizzatto per Flos, l'Ariette di Tobia Scarpa. Altri corpi illuminanti sono stati acquistati nuovi.

Sulle pareti sono stati appesi manifesti storici di settore recuperati negli anni presso mercatini locali e alcune opere d’arte di artisti pugliesi contemporanei.