L'appartamento si affaccia sul fiume Arno, con Pontevecchio subito a sinistra, e la Galleria degli Uffizi proprio di fronte.
Dalla sequenza delle vetrate, che si aprono sulla terrazza, e da tutte le altre finestre incorniciate, la vista sui monumenti più importanti di Firenze è accattivante. Con un solo sguardo si può percorrere l'intero corso dell'Arno. Questi scorci sono come una serie di "quadri", che diventano i veri protagonisti, e la disposizione e le finiture di questa casa sono state pensate intorno ad ognuno di essi, valorizzando il panorama.
Il corridoio all'ingresso è parallelo al fiume Arno ed è rifinito in noce italiano sulle pareti e sul soffitto, interrotto prima da una nicchia, rivestita di linoleum arancione, che contiene una panca sospesa, poi traforata da due massicci portali in marmo di Verdi Alpi. Questi portali collegano corridoio, cucina e soggiorno generando una permeazione spaziale plastica tra questi ambienti.
Il corridoio nasconde gli spazi e ne rivela altri: da una coppia di porte a scomparsa si accede ai vestiboli che filtrano le due zone notte della casa (una master-suite, l'altra composta da due camere da letto e bagni). Nei vestiboli sono presenti opere d'arte in graniglia colorata dell'artista Andrea Sala.
La cucina, al centro della casa, è costituita da un'isola in acciaio inox rifinita in ottone, e da un armadio verticale nascosto dietro pannelli apribili, decorato con piastrelle tradizionali smaltate nere, opera dell'artista Francesco Ardini.
Il pavimento, ad eccezione dei bagni e del corridoio, è in linoleum di diversi colori - chiaro per le zone giorno e scuro per quelle notte - con intarsi lineari a fasce in noce massiccio, arrotondati agli angoli, formando così "tappeti" all'interno di ogni stanza.
La scelta degli arredi conferisce agli interni un'atmosfera eclettica. Gli elementi utilizzati variano dai tappeti vintage marocchini, un tavolo in vetro massiccio, disegnato da Pietro Chiesa per Fontana Arte, circondato da sedie Cesca vintage di Marcel Breuer; una particolare credenza di Otto Shultz, alle poltrone con inserti in paglia di Vienna, disegnate da Jan Bocan e prodotte da Thonet, in dialogo con i divani disegnati da Massimo Adario.
I divani sono costruiti con un sistema modulare di tubi metallici laccati lucidi, curvati agli angoli, che sostiene una struttura in noce, con schienali in paglia di Vienna su cui poggiano i cuscini. Lo stesso sistema è utilizzato per i letti e il comodino su misura, sempre di Massimo Adario.
Le pareti delle camere sono rivestite da una boiserie in linoleum, di diversi colori, con rifiniture in noce e angoli curvati. Nella camera da letto, i pannelli della boiserie sono trattenuti da terra e dal soffitto, come sospesi a formare una fascia continua che "contiene" le finestre incorniciate. Nascosti all'interno e dietro queste fasce, si trovano gli armadi funzionali. Le maniglie sono state concepite in ceramica smaltata dall'artista Francesco Ardini.
I colori sono interpretati e applicati su materiali diversi con tecniche diverse e quindi con sfumature diverse, ma tutti in dialogo tra loro; come tutto in questo insolito progetto, naturalmente imperfetto e "disordinato".