Situato nel vecchio spazio della Royal Bank in St-Jacques street nella Old Montreal, gli uffici della Crew sono un progetto definito da un'area di 12.000 uffici per una start-up tecnologica che comprende anche un caffè per i lavoratori freelance e per il pubblico. Il progetto presentava due distinte sfide progettuali: La prima sfida progettuale è nata dalle esigenze del cliente: come elaborare un rapporto architettonico e costruire i confini tra le varie funzioni del programma. La seconda sfida è diventata una domanda più profonda su come affrontare il design nel contesto di un edificio storico.
La complessità del programma richiedeva fluidità tra i vari spazi di lavoro. Una parte dell'area del piano doveva essere destinata ai dipendenti fissi dell'equipaggio, e doveva contenere sale conferenze e altri standard per gli uffici. Altre aree dovevano essere affittate ai lavoratori freelance entro il mese o entro la settimana. Questi lavoratori dovevano avere accesso anche alle sale conferenze. Infine, i lavoratori temporanei o il pubblico potevano anche usare il caffè e le scrivanie per qualche ora, avendo accesso al Wi-Fi, e armadietti per i loro computer a seconda delle necessità. Questo ambiente doveva creare un flusso e possibili interazioni tra lavoratori permanenti e temporanei, alimentando il lavoro in comune nella comunità tecnologica.
Il design doveva facilitare questo flusso creando dei confini trasparenti e traslucidi tra i vari spazi degli uffici. Una complessa serie di pareti di vetro è stata eretta tra le varie aree, con un accesso definito per riflettere il grado di permanenza di ogni gruppo di lavoratori. Gli sportelli bancari esistenti, risalenti alla vecchia Royal Bank, non dovevano essere rimossi. Di conseguenza, sono stati utilizzati come confine naturale tra lo spazio del caffè e le sale conferenze, che a loro volta hanno creato una separazione tra gli spazi più pubblici e i lavoratori permanenti.
Gli spogliatoi e l'involucro dell'edificio esistente offrivano una grande opportunità progettuale, come sfondo ricco e materico; una testimonianza di un'altra epoca, che poteva prosperare con una nuova funzione ridefinendo il suo scopo. L'edificio del 1926 conteneva elementi di notevole fattura: Un pavimento in marmo intarsiato, un soffitto in gesso decorato e verniciato, oltre ad altri elementi in ottone sospesi e ad altri elementi in ottone, tra cui il bancone dello sportello. Di fronte a questo ambiente storico, il progetto doveva essere attentamente bilanciato per esprimere, riciclare e rispettare l'esistente e, allo stesso tempo, permettere un intervento contemporaneo e discreto che riflettesse l'identità contemporanea dell'azienda.
Il nuovo design ha integrato l'acciaio ottonato in tutta la struttura, fissato a scatole minimaliste, in modo da dialogare e contrapporsi agli elementi in ottone preesistenti. Le sale conferenze, divise e compartimentate con pareti lineari, rivestite in acciaio ottonato e chiuse da pareti divisorie in vetro e da un piano orizzontale del soffitto, per coincidenza, sono finite in relazione con gli scomparti per la carta all'interno degli stand liberi esistenti, risalenti all'epoca della carta, in cui i depositi venivano incisi a penna su carta.
Il nuovo design rimane una sorta di elemento secondario, che permette all'edificio originario di essere il principale. Solo rimanendo nello spazio per un certo periodo di tempo si può apprezzare il nuovo intervento.
Materiale Utilizzato:
Rivestimento della facciata:
Interno: Pannelli placcati in ottone di Linea P
Interno: Pannelli in calcestruzzo dell'Atelier B
Finestre: Divisori in vetro; Techni-verre
Illuminazione interna:
Illuminazione interna generale; Sistemalux
Authentik: Luci personalizzate sopra i banconi della caffetteria
Arredamento interno:
Kastella: Armadietti da incasso
De Gaspé: Tavoli e mobili