La Domus Aurea presentava, secondo le descrizioni di Plinio, Svetonio o Tacito, le caratteristiche delle ville marine imperiali, trasferite però, in scala gigante, all’interno del tessuto urbano, con grandiose opere di contenimento dei colli e monumentali vie porticate a raccordare i dislivelli del terreno.
Ciò che rimane del palazzo si articola in un padiglione con 150 stanze sul colle Oppio: solo poche tracce restano della ricca decorazione in pietre e metalli preziosi, eppure si conserva la fragile, raffinata decorazione pittorica ad affresco sulle pareti e sulle volte. Dopo 25 anni di sperimentazione, la Soprintendenza ha individuate le tecnologie necessarie per consentire la fruizione pubblica dei cicli pittorici, pur continuando nella delicata opera di restauro e conservazione.
Per isolare le zone degli scavi da aprire al pubblico è necessario inserire elementi nuovi con caratteristiche tecniche ed estetiche adeguate al contesto della favolosa reggia di Nerone: i serramenti installati nei vani di passaggio sono realizzati col sistema EBE 85, i cui profili essenziali e preziosi in ottone garantiscono il rispetto di precisi parametri d’isolamento, tenuta e durabilità.