Qual era il brief?
Per il suo nuovo studio, il team londinese dell'IA ha bypassato i precedenti della progettazione di uffici e ha trasferito il concetto di ufficio a quello di casa. Questo approccio si discosta da una mentalità di proprietà individuale per passare a un'esperienza più condivisa, dando la priorità alla facilità, al benessere, all'inclusività e all'innovazione rispetto al diritto.

Quali sono state le sfide principali?
Lavorare da casa si è rivelato affascinante per molti professionisti negli ultimi due anni, nonostante l'ammessa nostalgia per l'affiatamento e la sinergia generati in ufficio. Con l'inizio della pandemia, il mondo è entrato nel "Movimento Ibrido", che offre alle persone più comodità e scelta, più spazio per la collaborazione e la comunità e meno spazio per la scrivania, ma sta creando una sfida per l'equità dell'esperienza. I luoghi di lavoro stanno cambiando per riflettere le comunità che servono e questo può avvenire solo comprendendo le esigenze, i desideri e le attitudini delle persone che utilizzeranno questi spazi.

Quali materiali avete scelto e perché?
Un sondaggio interno ha contribuito a determinare i requisiti e a identificare le funzioni critiche, mentre è stata creata una scorecard per valutare i siti candidati. Come piattaforma per l'innovazione, avrebbe dovuto stimolare la creatività, fornire scelte salutari, creare nuove opportunità e riflettere la cultura e i valori dell'IA. Il concetto di casa è emerso ripetutamente durante le discussioni sul progetto ed è diventato il tema dominante. L'ufficio come casa è stato immaginato come un luogo con la stessa accogliente familiarità, la stessa calda ospitalità e la stessa facilità di transizione da uno spazio all'altro che alimenta la crescita, l'equilibrio e il benessere associati all'idea di casa.

L'IA ha deciso di creare un ambiente fluido che offrisse una varietà di spazi per le persone, dando loro la possibilità di lavorare dove e come meglio si adattano alle loro attività o preferenze. L'IA ha anche creato un nuovo ruolo, introducendo un community manager nello studio per aiutare a coltivare la cultura e le esperienze positive organizzando eventi sociali, gestendo le comunicazioni dello studio e interagendo con le persone per capire come lo studio possa continuare a migliorare l'ambiente per tutti. Questo ruolo aiuta anche a garantire che i nuovi arrivati siano inseriti nella cultura, nelle etichette e nei rituali dello studio.

The Sheds, una sala riunioni molto visibile e racchiusa da pareti di vetro, che si divide in due stanze più piccole grazie a una parete acustica retrattile. Anche The Workshops, un'area centrale di ricerca e sviluppo per la co-creazione, è intrinsecamente flessibile, con una varietà di superfici di lavoro e un sistema di postazioni hot-desking.

Team:
Architetto: IA Interior Architects
Architetti e designer:
- Brian Szpakowski, Amministratore Delegato, Principale, IA Interior Architects
- Rob Boell, Direttore del progetto, IA Interior Architects
- Andy Roberts, Direttore tecnico, IA Interior Architects
- Jordan Jones, Direttore Strategico, IA Interior Architects
- Vincenzo Miceli, Project Manager, IA Interior Architects
- Prabha Jackson, Direttore del Design, IA Interior Architects
Ingegnere meccanico: Elementa Consulting*
Ingegnere strutturale: Davies Maguire*
Ingegnere elettrico: Elementa Consulting*
Appaltatore generale: IOR Construction; BW: Workplace Experts*
Project Manager: Colliers
Geometra: Exigere*
Fotografia: Ed Reeve

Materiale Utilizzato:
1. Tappeto: Kasthall
2. Calcestruzzo: Cemento*
3. Pavimenti: IVC Flooring
4. Mobili: Knoll International, Carl Hansen, Vitra, Fritz Hansen, HAY, Fredericia, Pastoe, Icons of Denmark, Herman Miller, Bisley.
5. HVAC: AET Flexible Space*
6. Illuminazione: FLOS, Artemide, Santa & Cole, Oluce
- Brunner
- Opus Magnum
- Hitch Mylius
- Humanscale
- Cherryade
- Plant Plan
- Scootscape
- Secco Sistemi*
- Bill Amberg Studio*
*Contratto per la ristrutturazione complessiva di Harella House. Architetto: Piercy&Company
