Quali sono le domande che un progettista si fa quando si trova di fronte ad un fabbricato che ha una propria identità ed una propria storia. Negli anni ci siamo più volte chiesto quanto e come un edificio storico debba essere completamente inviolato o se sono possibili letture e proposte che ne modificano lo stato originario. Nel nostro caso quello dell'intervento su un villino del periodo Liberty alla periferia di Pisa, la seconda risposta è stata quella più logica e percorribile, grazie anche alla tradizione dell'architettura contemporanea di questa città che con l'architetto Carmassi ha sicuramente segnato un periodo ed un cultura del progetto di
rilevanza nazionale.
Non abbiamo però seguito disciplinarmente questo approccio che è spesso caratterizzato dall'aggiunta do corpi tecnici trattati con materiale tradizionale con estrema sensibilità, nel nostri caso ci siamo limitati a sottrarre e mettere in relazione il centro di progetto costituito dal vano scale completamente ricostruito con le potenzialità dello spazio esterne presente.
Lo spazio interno è stato adattato alle esigenze contemporanee dell'abitare nel rigoroso rispetto della tipologia d'impianto, e nella reinterpetazione dell'uso dei materiali di finiture.

Il fabbricato è un tipico esempio di un Villino del periodo Liberty con superfetazioni poste sul lato posteriore (che nel progetto verranno eliminate) realizzate evidentemente in un secondo momento rispetto alla costruzione originaria.
L'impianto, a base quadrata, ha conservato la sua forma originaria con lievi aggiustamenti tecnologico tipologici che abbiamo cercato di eliminare attraverso un percorso di ristrutturazione filologica ripristinando l'assetto tipologico d'impianto.
In particolare l'unica variante di prospetto è stata eseguita nel prospetto tergale che aveva una composizione residuale frutto di addizioni volumetriche funzionali diacroniche.
Sul prospetto tergale è stato quindi fatto un lavoro di ripulitura delle superfetazioni, con la demolizione totale delle stesse. La sua ricomposizione ha seguito, secondo una lettura storico critica, i criteri compositivi degli altri prospetti cercando di evitare il “falso storico” e reinterpretando le mutate esigenze spaziali e di rapporti interno-esterno.
Sono stati mantenuti i criteri compositivi di base:
– assialità delle aperture sui diversi livelli del fabbricato;
– simmetria nelle tripartizione del prospetto;
– recupero, in chiave contemporanea, degli elementi “decorativi” come i marcapiano e le linee verticali dei cantonali.

E' proprio di questo prospetto la sede di intervento progettuale più importante: sono infatti state qui individuate le grandi aperture che permettono un dialogo continuo per il fruitore dello spazio interno con l'esterno, la luce ed il parco circostante di particolare interesse.
Su questo lato è stato pensato anche l'intervento esterno necessario per la riqualificazione del piano seminterrato. E' stato creato attraverso la rimodulazione digradante del terreno un piccolo invaso inerbito per permettere una maggiore illuminazione naturale del piano seminterrato.

Anche nella ridefinizione degli spazi interni è stato mantenuto il criterio dislocativo originario: attualmente esiste una tripartizione dell'impianto planimetrico che è stata mantenuta ad ogni livello inserendo lievi modifiche che migliorassero la funzionalità dell'impianto originario. La rifunzionalizzazione del piano interrato segue questo criterio che si mantiene coerente anche all'impianto strutturale dell'intero complesso: si è reso necessario anche prevedere una nuova
scala d'accesso interna che segue geometricamente l'impianto della scala originaria che collegava il piano rialzato con i piani superiori.
La scala di nuova costruzione è l'elemento su cui ruota il progetto di recupero: è stata realizzata completamente in metallo, ispirandosi geometricamente alla scala originaria, e dialogherà con il parco in cui è inserito il fabbricato grazie ad un'importante apertura assiale oltre alla leggerezza della nuova scala.

Sulla base dell'analisi delle pavimentazioni esistenti, in linea con gli interventi di demolizione interna è stata fatta una rilettura delle pavimentazioni integrando/mantenendo opportunamente quelle esistenti.
Internamente si è reso necessario individuare spazi adeguati per i nuovi servizi igienici, che erano stati relegati all'interno delle superfetazioni, in questa ottica si sono ripristinati a livello spaziale i due androni di ingresso dei piani “nobili” dove si accede direttamente dalla scala così da creare adeguati spazi di attesa.

Il Parco
Per il parco esterno è stato recuperato della sezione antistante al prospetto principale con la ripulitura e realizzazione di un piccolo giardino strutturato reinterpretato attraverso l'uso di piante perenni, sarà questo uno spazio pubblico e pedonale; l'accesso carrabile sarà situato sul lato in adiacenza sul lato sud/est.
Sul lato tergale (nord/ovest) invece uno spazio privato, un living esterno che è stato realizzato conseguentemente alla riqualificazione della facciata situato in continuità con la scala metallica di collegamento tra la cucina ed il parco; la sistemazione del parco è stata eseguita mantenendo gli alberi di pregio calibrando gli spazi pieni ed i vuoti. A seguito della riqualificazione del piano interrato è stato opportunamente modellato il terreno esterno per garantire una migliore illuminazione naturale.

Architettura degli interni
Anche nella definizione dell'architettura degli interni è stato seguito lo stesso approccio metodologico: la lettura e la reinterpretazione degli spazi. Ed è su questo sottile equilibrio che ci siamo approcciati al progetto. La scala in metallo di color nero sostituisce matericamente, senza alterare la tipologia d'impianto dell'edificio, con l'obiettivo di accentuare il passaggio della luce ed interpretare lo spazio non solo in modo funzionale ma anche emozionale e rappresentativo. Una “scultura contemporanea” che come primo elemento di percezione, appena si entra nello spazio interno, conferisce una dimensione pubblica rappresentativa all'asse d'accesso e di distribuzione della casa.
Le finiture utilizzate ai vari livelli reinterpretano le destinazione d'uso originarie: al livello interrato la vecchia stalla, illuminata dal corpo scala che funge da lanterna, è stato pavimentato con del cemento lisciato ed intonacato con la stessa grana dell'intonacato originario.

Al piano primo (piano rialzato), uno dei due piani nobili della casa, la scelta delle finiture è passata dal riutilizzo delle cementine esistenti.
Il pattern delle due zone della casa che contengono la funzione pubblica viene in sostanza costituito dalle stesse cementine differentemente rimodulate in modo da superare la dimensione compositiva delle stanze non più esistenti.


Il volume cucina, totalmente nero, è pensato per essere un luogo conviviale che dialoga direttamente col parco della casa retrostante, il colore neutro evidenzia inoltre la cromia delle cementine storiche.
Il secondo piano nobile, al piano primo, è stato pensato per accogliere la zona notte ed è per questo che le scelte delle finiture dei pavimenti sono ricadute su un rovere spigato che aiuta la fruizione senza calzari degli spazi.


La camera padronale in particolare è stata progettata per avere un unicum spaziale col bagno inteso come luogo di benessere, e con lo spazio del parco retrostante.
L'ultimo livello del fabbricato ritorna nel trattamento delle finiture come spazio servente.


