Un villino dei primi del novecento, utilizzato per anni come sede di ambasciate, inserito nel centro storico di Roma.
La scelta di “vestire” l’edificio di un nuovo abito bianco ha voluto rafforzare, con un pizzico di arroganza e vanità, la volontà di emergere nel tessuto urbano circostante, la volontà di ringiovanire e mostrare tutte le linee architettoniche, i segni del tempo, i chiaro scuri, le ombre, i volumi aggettanti, i vuoti e i pieni di un corpo che riprende forma sotto la luce del sole.

L’intervento ha puntato al “recupero” radicale dell’edificio, ritrovando l’originaria funzione di abitativa e confrontandosi con elementi esistenti incontrati in fase progettuale e di cantiere.

Il piano nobile, grazie all’altezza di 4,20 m, mostra un vero valore aggiunto. La realizzazione dei soppalchi ha enfatizzato la sensazione di grandezza, sottolineando la verticalità e generando scorci e continui rimandi visivi.

Al centro della pianta, fra i muri maestri, è incastonato un cubo di legno blu. Una parete di questo volume scorre lateralmente assumendo diverse configurazioni.
Aperta lascia spazio alla scala in ferro del soppalco, chiusa rivela l’accesso alla cucina, permettendo alla luce che permea dalle grandi finestre, di illuminare l’ingresso.

Le linee pure e semplici del cubo centrale e degli elementi di arredo esaltano le cornici in gesso a soffitto, ricercate e cariche di fregi, le specchiature murali con bacchette modanate, intarsi in legno artigianali a pavimento.

I soppalchi sospesi a mezza altezza nelle camere da letto lasciano spazio alle voltine in laterizio e travi di acciaio volutamente portate a nudo per mostrare la struttura originaria.

Il piano secondo ed il terzo sono invece frutto di due superfetazioni degli anni ‘30 e ’50, le tecniche costruttive più recenti hanno permesso di sfruttare maggiormente gli spazi interni.
Tema principale del progetto è la ricerca di dialogo con l’ambiente circostante. Per questo si è scelto di posizionare il piano notte al livello inferiore rispetto al piano giorno che affaccia sull’ ampia terrazza.

La zona notte è caratterizzata da un elemento di arredo su misura che, in un’area anonima e silenziosa come il disimpegno, funge da quinta e che giocando con pieni e vuoti evidenzia gli elementi contenitivi ed insieme nasconde i portali di ingresso alle camere ed al bagno.
I due livelli sono collegati internamente da una piccola scala esistente, rinnovata con un rivestimento in parquet di legno massello che spicca nel bianco delle pareti circostanti.
Due nuove grandi aperture con infissi posizionati a raso della pavimentazione non limitano il passaggio e accentuano la fusione fra dentro e fuori, fondendoli in un unico ambiente.

All’interno un rivestimento in boiserie di legno laccato avvolge il blocco servizi centrale, con bagno degli ospiti, lavanderia e porte di sbarco al piano dell’ascensore e del vano scala principale.

Il culmine del viaggio si ha sul lastrico solare. La percezione è di sentirsi su un livello parallelo a quella parte di città densa e caotica. Continuità di verde, visione dall’alto e senso di estraniazione dalla città diventano tangibili.

