Il progetto si basa sull'idea che lavorare su molto che sia ricco e suggestivo nel suo essere difficile, come quello che abbiamo qui, è di elaborare un nuovo "contorno" urbano per la città. La geometria irregolare del lotto stretto e allungato, che forma un lungomare di quasi 350 metri, si riferisce più all'idea di un confine urbano di dimensioni enormi che deve accogliere un grande progetto con un programma complesso e diversificato.
L'edificio guarda verso il mare, e questo sguardo verso il mare è riassunto in una spessa facciata - larga cinque metri ed eretta con tecniche di ingegneria navale - che oltre a tenere fuori la luce solare diretta contiene le scale e altri elementi che collegano i diversi spazi e programmi. Mentre sali le scale, vedi il mare attraverso enormi vetri. Questa facciata è come una cinta muraria con un percorso, denso ma anche aperto, e nel suo spessore, attraverso spazi ambigui che non possono essere definitivamente considerati interni o esterni, è confusa con la passeggiata stessa. L '"alter ego" è la facciata nord, il cui spessore è formato dagli spazi più "server" dell'edificio. Il risultato è un doppio schema a forma di pettine: in termini funzionali, pubblico a sud e privato a nord. All'interno, diverse sale per congressi e mostre si susseguono. Si tratta di spazi ampi ma volumetricamente espressivi, con vuoti attorno a loro che hanno piattaforme sospese e passerelle per guardare verso l'esterno. Al piano rialzato, collegato all'hotel da una passerella che serve a unificare il complesso, si trovano gli usi più quotidiani, le sale convegni più piccole e i ristoranti, insieme a una grande terrazza che, vista in prospettiva, può essere considerata un prolungamento del mare.